Per diverso tempo si può percorrere la stessa
strada, il classico percorso casa-ufficio che si affronta sempre stancamente e
sovrappensiero, senza vedere cosa ci circonda ed un bel giorno alzare lo
sguardo e leggere, in coda al solito incrocio, Lanificio Torino!
Allo stesso modo, al fondo di un rettilineo, prima
dell’ultima curva per raggiungere il vivaio in cui ti rechi tutte le primavere
in cerca di piantini per ripopolare l’orto, la tua attenzione è attratta da una
scritta sopra ad un ampio cancello Lanificio Basilio Bona: è sempre
stato lì … prima del vivaio e prima del tuo orto!
Mi sono incuriosita e ho cercato qualche notizia
che ora voglio condividere con voi, per scoprire queste eredità giunte fino a
noi dalla grande e importante storia tessile del Piemonte, soprattutto perché
sono entrambe la storia di una famiglia … la stessa famiglia!
Lo stabilimento di Caselle Torinese con l’insegna
“Lanificio Basilio Bona” ha origine con il vecchio lanificio Volla,
caratterizzato da una lavorazione tradizionale scarsamente competitiva,
ristrutturato nel 1804 da parte del francese Paolo Laclaire, che avvia
l’omonimo lanificio.
Nel 1819 erano in funzione 34 telai e impiegati 24
operai nei reparti lavaggio, tintoria e filatura; dieci anni più tardi si contavano
150 dipendenti. A Paola Laclaire, fondatore, che muore nel 1838, succedono i
due figli a cui si unisce Basilio Bona nel 1880.
Originario del biellese, Basilio Bona segue studi
professionali a Biella, a 19 anni entra nel lanificio Sella dove diviene
direttore in soli 4 anni; é inoltre famoso per aver scoperto, nel 1873, le
leggi sulla riduzione e sui pesi dei tessuti.
Nel 1885 il lanificio di Caselle Torinese diviene
il più importante complesso laniero della provincia, con 350 dipendenti, 3.500
fusi e 140 telai, di cui 100 meccanici.
Nel 1889 diventa ufficialmente il Lanificio
Basilio Bona, con l’arrivo in azienda dei figli Osvaldo e Alcide Bona;
contestualmente avviene il trasferimento a Carignano della nuova ditta
Lanificio V.E. Flli Bona.
Il lanificio vive un periodo di forte crescita,
vincendo anche la medaglia d’oro di prima classe all’Esposizione di Torino del
1898, portando il numero di dipendenti a 1.800 nel 1923 divisi tra Carignano,
Voltri e Carmagnola.
La Ditta si specializza nella fabbricazione dei
tessuti fini e finissimi di pura lana
vale, quali: cardati, pettinati e semi pettinati, paletots; panni da civili e
militari; panni per carrozzerie di automobili; stoffe per pantaloni.
La V.E.Flli Bona durante la guerra mantiene la
produzione, cercando di aggiudicarsi i grossi contratti di appalto con gli Enti
dell’Esercito per forniture di panni per le divise. Nel 1946 il lanificio ormai
aveva raggiunto una posizione di primo piano sul mercato dei tessuti di lana,
soprattutto perché era uno dei pochi lanifici che potevano definirsi a ciclo completo perché dotato di
una filatura interna. Il lanificio é infatti dotato di 12.000 fusi di pettinato
che lavoravano non solo per i suoi 300 telai ma anche per altre ditte
industriali di maglieria e per i commercianti di filati da aguglieria.
Nonostante le ottime condizioni dell’azienda,
contrasti interni danno luogo allo scioglimento nel 1947. Nota particolare
della procedura di scioglimento è la comune volontà dei soci che le operazioni di ripartizione fossero
effettuate senza la minima interruzione del lavoro a tutte le maestranze.
Due anni dopo si arriva alla seguente soluzione
finale, di ripartizione in 3 lotti:
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Stab. Torino ... attorno solo campi |
1) Stabilimento Torino: in via Bologna n° 220, con
area coperta di 17.924 mq e completo di 50 telai e 900 fusi cardato ... il
sopracitato Lanificio Torino
2) Stabilmento Carignano: in via Frichieri n° 9,
con area coperta di 29.764 mq e completo di 125 telai, 3.000 fusi cardato e
3.000 fusi destinato; denominato Carignano Vecchio.
3) Stabilmento Carignano: con due stabilimenti, di
cui uno in Carmagnola (mq 3.110) nei fabbricati già sede della V.E.Flli Bona e
l’altro in Carignano, da costruirsi a nuovo, e completo di 125 telai, 3.000
fusi cardato, 3.000 fusi pettinato.
Dopo diversi anni di difficoltà, solo nel 1957 comincia un nuovo periodo che porta ad un efficace
reinserimento della Lanifici Riuniti Bona e Delleani nelle competizioni di mercato
in campo nazionale e internazionale. La situazione positiva si mantenne, seppur
in modo pre
cario, fino al 1962, anno di avvio della più grande crisi di settore che l'indutria laniera italiana abbia mai affrontato.L'azienda chiuse definitivamente all'inizio degli anni settanta.
Il grande complesso di Caselle Torinese non è stato demolito ed al suo interno
trovano posto diverse piccole industrie.
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Stab. Torino oggi |
Quello
di Torino é un complesso immobiliare di 40.000 mq ristrutturato, sede di
piccole e medie imprese artigiane, di servizi e del terziario innovativo; la
proprietà ha sede nello stabilimento e provvede con proprio personale a fornire
i principali servizi comuni, quali portineria, manutenzione, pulizia aree
comuni (www.lanificioditorino.it).